Gualdo Tadino

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Eremo di Santo Marzio 

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Un'amena località, dove il misticismo e la natura si fondono e un piccolo eremo dall'architettura armoniosa si incastona tra la vegetazione.
Il tocco leggero della mano dell'uomo ha contribuito a rendere piacevole e confortevole la sosta con numerosi tavoli, panchine, un grande braciere per le grigliate e due fontane dalle quali zampilla un acqua sorgiva che poco ha da invidiare a quella delle vicinissime fonti della Rocchetta. Un grazioso ponticello di legno, scavalca un torrentello che sgorga dalla sorgente di Santo Marzio.
L'ermo, inizialmente, fu costruito dai seguaci di S.Francesco che vi si stabilirono nel 1219 e dove, nel 1224, vi dimorò lo stesso S.Francesco.
Esso prende il nome da Marzio, un terziario francescano eremita che, affascinato da questi uomini, visse con loro alcuni anni senza entrare nell'ordine, fino a quando un evento imprevedibile, l'incendio che distrusse Gualdo Tadino nel 1237, ne cambiò l'esistenza.
I frati, infatti, in seguito a ciò, nel 1241, decisero di abbandonare tale luogo per trasferirsi all'interno della città (in parte ormai ricostruita) per evangelizzare e soccorrere la popolazione.
Marzio, pur lodando tale scelta, decise di non seguirli e all'età di 31 anni iniziò la sua intensa vita eremitica, dedicandosi alla preghiera e alla penitenza "vestito di una rozza tunica camminando scalzo tra le rocce, la neve e il ghiaccio".
Rimase nell'eremo per circa 60 anni insieme ad alcuni compagni (divenuto nel frattempo il capo di questa nuova comunità) costruendo una nuova chiesetta ed abitazione.