Gualdo Tadino

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Chiesa di San Facondino

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La chiesa di S. Facondino è sicuramente la più antica del territorio gualdese ed è sempre stata a capo di una parrocchia.
Essa si originò come forma devozionale in seguito alla morte di S. Facondino, una delle figure più importanti della storia di Gualdo, allora vescovo della città romana di Tadino: secondo la leggenda venne eretta nel punto in cui due giovenchi, che trainavano il carro su cui era posto il corpo di Facondino, si arrestarono senza voler proseguire oltre.
Questa primitiva chiesa, una volta andata distrutta, venne ricostruita nelle immediate vicinanze nel primo ventennio del sec. XI: da alcune memorie risulterebbe che alla costruzione concorse persino l'Imperatore tedesco Enrico II, detto lo Zoppo, che transitava lungo la Via Flaminia: in quell'occasione le ossa del santo vennero trasferite nella nuova chiesa che, fin dall'antico, dipese dalla cattedrale di Nocera.
In essa, da tempo immemorabile, esistono tre altari, con il maggiore, dedicato al santo titolare, che conserva le reliquie di S. Facondino e del suo diacono S. Gioventino.
L'edificio, esternamente, nel corso dei secoli ha perduto la sua originale architettura: internamente, invece, si avvale di un'unica navata che appare divisa in tre parti, le prime due con volta a crociera, l'ultima con volta comune a botte e di un'abside. La sagrestia venne realizzata nella seconda metà dell'Ottocento.
Di fianco alla chiesa si eleva un alto campanile di epoca medievale, quasi una torre di vedetta, e la casa parrocchiale ricostruita nel 1880.
La chiesa, un tempo ricca di opere d'arte, oggi conserva soltanto avanzi di alcuni dipinti, alcuni dei quali opera del pittore Matteo da Gualdo.